Indagine sull’approccio al Taijiquan ed analisi delle “Abilità Motorie”
(Maestro Mario Lucci)
Introduzione
L’approccio alla pratica del Taijiquan passa per vari
livelli di interesse che determinano fin dall’inizio anche il grado di
intensità con il quale il praticante procederà nel suo studio negli anni di
apprendimento del metodo del Taijiquan.
I livelli di approccio allo studio del Taijiquan
Possiamo distinguere tre grandi fasce di interesse di
pratica del Taijiquan.
La prima di queste, che definiamo, FASCIA AMATORI,
aggrega tutti i soggetti che si avvicinano all’arte del Taijiquan per
approfondire le tematiche legate, anche in via trasversale, a tale arte. Spesso
questi soggetti arrivano allo studio del Taijiquan perché nel corso di una
ricerca personale, finalizzata al benessere psicofisico, individuano in questa
arte un sistema che permette di ottenere risultati immediati e di lunga durata,
con lo sconto di un impegno costante e duraturo. Questi soggetti molto spesso,
non sono in grado di analizzare le diverse famiglie di Taijiquan e scelgono
utilizzando parametri molto semplici tipo: distanza dalla dimora; passa parola
nel gruppo sociale di appartenenza; pubblicità dei corsi su riviste
specializzate nel benessere oppure canali tematici su internet. In questa macro
categoria possiamo trovare, in linea di massima, soggetti che presentano, per
età o per conseguenza esterne, piccoli problemi fisici, che pensano di poter
risolvere con una buona pratica del Taijiquan senza disperdere troppe energie
fisiche.
Differenti invece sono le considerazioni da farsi per quei
praticanti che appartengono alla seconda fascia ovvero la FASCIA
CULTORI, poiché sono i soggetti che provengono da precedenti esperienze in
ambito marziale e che hanno deciso di continuare il proprio studio personale
con l’approfondimento del metodo del Taijiquan. In linea di massima questi
soggetti hanno le competenze necessarie per poter scegliere la scuola di
Taijiquan più confacente alle proprie esigenze di studio. Gli appartenenti a
questa categoria sono soggetti esperti, consapevoli degli impegni fisici
necessari allo studio del Taijiquan in grado di dare la massima disponibilità
per approfondimenti e corsi di alta formazione marziale.
Ultima, ma non per importanza, la terza fascia la definiamo
la FASCIA DEI PROFESSIONISTI, questo è il gruppo che ingloba tutti
quei soggetti che non solo spiccano per competenza marziale ma anche per
impegno nella pratica. Sono parte integrante di una classe di studio di
Taijiquan, non mancano di interesse nella formazione e spesso sono anche di
supporto alla scuola di appartenenza. Questi soggetti hanno la caratteristica
di essere fidelizzati al corso di appartenenza e reputano la scuola, in un
ampio concetto di inserimento, come una famiglia.
Il risvolto sociale di appartenenza a questi gruppi è
fondamentale per la comprensione dei livelli tecnici di studio, resta di fatto
necessario chiarire che per tutte e tre le fasce risulti fondamentale acquisire
delle “abilità motorie” di base. La nostra analisi cercherà di chiarire
quanto queste siano fondamentali per una più completa comprensione del
Taijiquan e quanto sia invece inevitabile, nel caso non se ne desse il giusto
spazio, causare un blocco nei progressi dello studio.
Le Abilità Motorie nel Taijiquan
In breve introduciamo il concetto di “Abilità Motoria”
che per definizione può essere inteso come l’insieme di quelle azioni che,
attraverso la ripetizione del gesto, sono apprese e consolidate e che ricorrono
in modo automatizzato come risultato finale di un processo di apprendimento.
Nell’ambito del Taijiquan le abilità motorie derivano:
- Dalla
coordinazione dei movimenti e dalla progressiva precisione con cui vengono
eseguiti;
- Dalla
numerosità delle ripetizioni dei movimenti eseguiti;
- Dalla
capacità nell’evoluzione del gesto di migliorare la propria pratica;
- Dall’acquisizione
di capacità perse o assopite (equilibrio, postura, capacità di saltare,
resistenza allo sforzo continuato);
- Dalla
capacità di apprendimento cognitivo, quale risultanza dell’elaborazione e
dell’interpretazione degli stimoli fisici e motivazionali.
Da quanto esposto è chiaro che le Abilità Motorie nel
Taijiquan devono essere considerate come abilità di coordinazione perfezionate
e consolidate che permettono di svolgere il movimento in completa sicurezza.
Non bisogna però ridurre il concetto di sicurezza a quello relativo alla
possibilità di effettuare movimenti senza rischi nella pratica (c.d. infortuni
nella pratica sportiva) ma bensì come sicurezza inteso come grado di efficacia
che una persona ritiene di poter raggiungere in una particolare situazione,
cimentandosi in una precisa sfera di competenza, nello specifico del Taijiquan.
Le Abilità Motorie vengono apprese nelle tre diverse fasce
precedentemente descritti in diverse fasi, possiamo chiarire tale processo
esponendo anche per le Abilità Motorie tre fasi di perfezionamento.
- Fase
prima (Conoscere la struttura)
La prima fase la possiamo definire FASE GREZZA ovvero quella che coinvolge tutti e
tre le fasce di pratica ed è caratterizzata da una comprensione delle azioni
motorie in senso globale e la sua strutturazione mentale è imperfetta poiché
ancora mancano gli elementi della memoria motoria.
In questa fase il praticante non ha ancora consapevolezza
del movimento, una componente fondamentale di apprendimento risiede
nell’imitazione anche approssimativa del gesto che risulta tecnicamente
imprecisa. Le azioni motorie sono poco fluide, i movimenti ampi non sono ancora
chiaramente direzionati su segmenti spaziali non esattamente conformi a quanto
richiesto con conseguente errata applicazione delle forze implicate.
Questa è la fase in cui l’insegnante preposto deve essere in
grado di mostrare il gesto preciso con spiegazioni verbali non troppo
dettagliate e selezionate in modo da finalizzare il tutto ad una immediata
comprensione.
Il tecnico deve puntualizzare i principi cardine del metodo
del Taijiquan ovvero che il Corpo Deve Essere Dritto E Centrato (li
shen zhong zheng – 立身中正), si deve focalizzare
l’attenzione del praticante sul giusto allineamento delle spalle con le anche,
il capo deve essere esteso verso l’alto e la spina dorsale deve essere dritta
ed allineata con la parte inferiore del corpo. Il praticante deve sentire una
forza di distensione dall’apice della testa alla zona del perineo, che mai deve
risultare contratta o rigida.
Inoltre l’insegnante deve essere in grado di far comprendere
che l’Alto ed il Basso si Seguono a Vicenda (shang xia xiang
sui -上下相随) cioè coordinare la parte basse e quella alta del
corpo sono fondamentali al fine di comprendere che il corpo si muove in modo
sinergico.
- Fase
seconda (Padroneggiare la struttura)
La seconda fase che possiamo definire FASE DELLA
SPECIALIZZAZIONE, coinvolge anche essa tutti e tre i livelli di
pratica. Si caratterizza per un altissimo livello di specializzazione tecnica
perfezionato da una più chiara rappresentazione mentale del movimento, non più
relegato dalla mera imitazione del istruttore; dall’attivazione selettiva dei
movimenti che ormai possono seguire percorsi propriocettivi precisi e con una
maggiore gestione della forza.
Questa fase è chiaramente individuabile poiché il praticante
presenta alcune caratteristiche tipiche: maggiore equilibrio, vigore muscolare,
maggiore resistenza sia in fase statica che dinamica del movimento. I risultati
qui elencati sono conseguenza delle ripetizioni continue del gesto e nel loro
perfezionamento che garantiscono maggiore sicurezza e maggiore consapevolezza
nell’apprendimento.
Questa è la fase in cui l’istruttore deve essere in grado di
mostrare il movimento con dovizia di dettagli e deve essere anche in grado di
valutare quanto pretendere nella pratica dagli allievi. In questa fase si crea
una prima discrepanza tra i praticanti, che dipendentemente dall’impegno
profuso nella pratica avranno una più o meno ampia gamma di abilità motoria
acquisite.
In questa fase è importante introdurre il principio secondo
il quale Il Vuoto Ed Il Pieno Sono Distinti Chiaramente (xu
shi fen ming – 虚实分明), questo significa che il
peso deve essere chiaramente affondato sulle gambe, dipendentemente dalla
postura assunta e che il vuoto non deve essere determinato dall’assenza di
forza o di peso. Si deve poter insegnare al praticante che la stabilità o
“radicamento” sono una conseguenza della perfetta comprensione di questo
principio.
Il docente deve poter essere in grado anche di spiegare
che Interno Ed Esterno Sono Vicendevolmente Uniti (nei wai
xiang he – 内外相合) ovvero che l’interno del corpo, ossia la mente che è
l’origine dell’intenzione, deve essere coordinata con l’esterno del corpo, ciò
la parte che esprime il movimento. Bisognerà puntualizzare sul fatto che in
assenza di tale principio il movimento si limita ad essere soltanto cinetico e
manca della sua essenza intenzionale.
- Fase
terza (Demolire la struttura)
La terza ed ultima fase viene definita FASE
DOMINANTE O STRUTTURATA, questa è la fase in cui la tecnica motoria viene
ulteriormente perfezionato ed eseguito con totale controllo di forza e
direzioni, è riscontrabile anche un aumento della efficacia dell’azione,
estrema precisione, compare per la prima volta nello studio anche una più
consapevole gestione del tempo di esecuzione, questa fase coinvolge solo il
secondo ed il terzo livello di pratica, poiché i soggetti interessati sono
consapevoli della pratica ed hanno una maggiore attenzione nel muoversi, questa
è chiaramente la fase in cui il dettaglio fa la differenza. I soggetti che sono
arrivati in questa fase di studio hanno delle caratteristiche peculiari, la
prima che si evince è che i soggetti sono altamente recettivi alle variabili di
movimento poiché si destreggiano con padronanza nei contenuti tecnici. Le
informazioni elaborate nella fase di apprendimento sono chiare e la capacità di
adattare le azioni specifiche alle diverse situazioni non è più un ostacolo ma
uno stimolo.
Questa è la fase in cui i tecnici devono essere in grado di
inculcare nei praticanti di Taijiquan il metodo e risolvere tutti i conflitti
che potrebbero derivare da vizi acquisiti negli anni, tali da distorcere la corretta
padronanza del gesto tecnico. In questa fase inoltre si può “pretendere”,
intendendo con questo che non solo si può sfruttare la capacità motoria del
praticante ma si può far perno anche su di una più acuta sensibilità alla
comprensione ed al miglioramento personale.
Questa fase determina la maturità dello studio e coincide
con una maggiore capacità di comprendere principi di pratica che sono meno
strettamente fisici, ma più mentali. Il maestro potrà qui introdurre quello
che, ad avviso dello scrivente, è il principio più difficile nella pratica ma è
anche quello che fa la differenza nella maturità ossia l’Inspirazione E
l’Espirazione Sono Coordinati Tra Loro Ed Il Movimento (hu xi xie tao
– 呼吸协调). Questo principio si concretizza nel far
comprendere al praticante che, distinguendo due momenti, uno di accumulo della
forza e l’altro di rilascio della forza, che più semplicemente potremo
distinguere tra momento di preparazione al movimento ed il movimento stesso,
nel primo momento dovrà inspirare e nel secondo dovrà espirare. Questo
principio si commisura alla così detta “Respirazione naturale” che subisce
alterazioni innaturali nella fase di comprensione dei gesti tecnici del
Taijiquan, dovuta alla necessità di sottoporre il corpo a sforzi fino ad allora
non affrontati. La fase di inspirazione ed espirazione dovrà inoltre essere:
silenziosa e non forzata, altrimenti si avrebbe come risultato una forma di
respirazione innaturalmente prolungata.
Tutte le fasi qui elencate sono essenziali per la crescita
del praticante e sono fasi che solo il tecnico è capace di individuare, non
sarà compito del praticante definirsi in una o in un’altra fase, ma sarà
mansione primaria dell’insegnante cogliere il progresso del praticante per
poterne sfruttare a meglio le Abilità Motorie acquisite.
Il controllo delle fasi di apprendimento delle Abilità
Motoria del Taijiquan
Le fasi sopra elencate possono essere un modo facile per
comprendere al meglio come funziona l’apprendimento del Taijiquan negli
allievi, ma per poter essere sfruttate al meglio devono essere indagate nella
pratica degli allievi. Abbiamo per ogni fase individuato i traguardi da
raggiungere e i risultati ottenuti, ma per poter comprendere il loro sviluppo
dobbiamo focalizzare l’attenzione adesso su quelli che potrebbero essere vizi o
difetti.
Partendo dalla FASE GREZZA bisogna fare attenzione di dotare
il praticante di quegli strumenti di base nella pratica che devono essere fin
da subito, pur costando fatica, appresi e padroneggiati. Ad esempio avere un
equilibrio approssimativo non significa avere l’abilità dell’equilibrio. Avere
talune volte questa abilità non significa avere l’abilità, quindi è compito del
maestro indugiare sullo studio per garantire che il praticante sia padrone
dell’abilità.
Nella FASE DELLA SPECIALIZZAZIONE, per definizione il
movimento che si padroneggia non deve essere vuoto o privo di forza poiché
risulterebbe comunque impreciso ed inefficace, cioè si deve evitare che il
gesto sia finalizzato al semplice muoversi e non all’obiettivo didattico. Sarà
compito del docente puntualizzare determinati punti focali di pratica per
rendere la tecnica completa.
Nella FASE DOMINANTE O
STRUTTURATA, ormai il praticante sarà completamente addentrato al metodo e deve
essere messo difronte ad opzioni di esecuzione del gesto che siano in grado di
stimolarne la crescita. Questa è la fase in cui la routine pratica possa essere
un limite alla crescita e per tanto il tecnico, dopo aver appurato il livello
dello studente, dovrà apportare nuove variabili al movimento.
Conclusione
Quanto sopra esposto è la sintesi di osservazioni appurate
su anni di insegnamento e di affiancamento all’insegnamento che mi hanno
permesso di dedurre che in molti casi, per poter ottimizzare la docenza, pur
mantenendo gli schemi tradizionali di studio, bisogna ottimizzare i tempi, non
essendo più gli studenti in grado di garantire l’impegno che una volta erano
necessari all’approfondimento.
M° Mario Lucci
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